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Progetto Blue Book ed archivi USA sugli UFO e gli Alieni: la liberalizzazione degli anni ’70

Progetto Blue Book ed archivi USA sugli UFO e gli Alieni: la liberalizzazione degli anni ’70

Gennaio 24, 2022 by William Rupzo Lascia un commento

Con la legge sulla Libertà d’Informazione degli anni ’70 molto materiale governativo degli USA, che per anni era stato classificato «segreto» o la cui visione era comunque soggetta a rigide limitazioni, materiale giudiziario o di politica estera, gli archivi della CIA o dell’FBI, venne reso accessibile al pubblico.

Soltanto i documenti che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza nazionale, o violare i diritti costituzionali dell’individuo, rimangono tutt’ora protetti dal segreto. 

Il Progetto Blue Book, concepito dall’Air Force per lo studio degli UFO, era sempre stato ufficialmente classificato come «non segreto», ma la cosa era fonte inesauribile di perplessità tra gli addetti ai lavori.

Non solo molti rapporti avevano la dicitura «confidenziale» o «segreto», ma il cittadino che avesse tentato di esaminare gli archivi del Progetto Blue Book si sarebbe trovato di fronte a una serie di garbati funzionari in giacca e cravatta che se lo sarebbero passati l’un l’altro, facendolo girare come una trottola, oppure si sarebbe sentito opporre un reciso rifiuto, motivato con varie ragioni.

Quanti cercavano di scoprire qualcosa riguardo all’indagine dell’Air Force sugli UFO ne venivano in genere dissuasi con l’argomentazione che gli archivi del Progetto Blue Book contenevano dati dai quali si sarebbero potute ricavare informazioni segrete su aerei e armi sperimentali, sui nuovi radar e le loro postazioni, su missili, basi e installazioni militari. 

Insomma, come abbiamo ormai capito, quello che era vero in teoria non lo era in pratica.

I dati sugli UFO non erano accessibili al pubblico, anche se l’Air Force proclamava che il Progetto Blue Book era un libro aperto. 

Bene, finalmente negli anni ’70 lo è diventato.

La documentazione, sostanzialmente completa, si trova da allora a disposizione dei cittadini nell’Archivio Nazionale di Washington.

Per una certa somma, si possono ottenere i file in .pdf o, addirittura, i microfilm, purtroppo di qualità abbastanza scadente, di tutti i documenti su ufo ed alieni esistenti nei territori degli Stati Uniti.

Oppure si possono esaminare direttamente all’Archivio Nazionale, ma entrambi i metodi comportano ore di noioso lavoro. 

Il Centro Studi UFO di Evanston, nell’Illinois, di J.Allen Hynek era il direttore scientifico, ottenne una serie completa di microfilm, oggi a disposizione di chiunque nutra un serio interesse per gli Oggetti Volanti Non Identificati.

Gran parte della sezione ufologica di questo blog è stata scritta in base a tale documentazione, con l’aggiunta di materiale ricavato dalla mia personale esperienza di consulente scientifico per vari progetti indipendenti italiani e stranieri.

Il lettore troverà dunque in questo blog informazioni irreperibili negli archivi. 

In tutto, la documentazione dell’Air Force sugli UFO comprende 13.134 rapporti.

Un semplice catalogo di questi, contenente soltanto la posizione geografica, i dati circostanziali e la valutazione dell’USAF (nonché quella riveduta da molti scienziati di Evanston) assomma, sulla scrivania del Centro Operativo di Rupzo, a una pila di fogli alta quasi 30 cm!

E questi casi rappresentano soltanto una frazione del numero totale di rapporti UFO sottoposti all’attenzione del Centro Operativo di Rupzo.com, dove si trova una banca elettronica di dati (chiamata UFOCATALOGO) con oltre 50.000 registrazioni di file elettronici provenienti da tutto il mondo. 

È molto importante ricordare che la «materia prima» per lo studio del fenomeno UFO non sono gli UFO stessi, ma i rapporti sugli UFO.

Questi rapporti includono il complesso delle circostanze in cui è stato effettuato l’avvistamento, il valore dei testimoni e la loro reputazione, vale a dire, tutte le informazioni che possono permetterci di formulare un giudizio logico e razionale, se tale giudizio è possibile. 

Nel pensiero pubblico, gli UFO sono sinonimo di navi spaziali e visitatori da altri mondi; certo, un attento studio dei casi più straordinari e inesplicabili contenuti non solo nell’archivio dell’Air Force, ma anche nella più estesa documentazione del Centro di Evanston, lascia pochi dubbi sul fatto che sia all’opera una qualche «intelligenza».

Ma di quale tipo sarebbe questa intelligenza aliena e di dove viene? 

A questo proposito, bisogna stare estremamente attenti a non essere troppo antropocentrici, poiché ci viene naturale pensare che qualunque intelligenza debba necessariamente essere simile alla nostra, e quindi che i misteriosi visitatori alieni, se esistono, debbano pensare e agire come noi.

Eppure vi sono persone di altri paesi le cui azioni ci riescono a volte difficili da comprendere.

Quindi, perché presupporre che l’intelligenza che, in qualche modo, sembra manifestarsi attraverso il fenomeno UFO, debba essere affine alla nostra?

Oppure operare in condizioni simili a quelle cui noi siamo abituati? E di dove viene questa intelligenza? Giunge veramente dalla profondità dello spazio, oppure è molto più vicina a noi di quanto si creda?

È extraterrestre oppure metaterrestre? 

Oppure, spingendoci ancora oltre nel campo delle ipotesi, è in qualche modo, come sosteneva lo psicologo Carl Gustav Jung, molto interessato agli UFO, una strana manifestazione della psiche umana? 

Il problema ha invaso perfino Hollywood, il che è un indice sicuro della sua caratteristica forza penetrativa e della sua popolarità.

È infatti il tema centrale di mitologici film come Incontri ravvicinati del terzo tipo (“Close Encounters of the Third Kind”, titolo tratto da un libro diJ.Allen Hynek, “The UFO Experience”).

Il regista, Steven Spielberg, nutre da molti anni un intenso interesse per l’argomento ed è riuscito ad afferrare l’essenza dell’enigma, vale a dire la crescente certezza che un’intelligenza diversa dalla nostra non solo esiste, ma sta tentando, nella propria particolare maniera, di farsi conoscere dalla specie umana. 

A questo proposito, mi torna in mente una conversazione che ebbi modo di leggere una con U Thant, il defunto segretario generale delle Nazioni Unite dal 1961 al 1971, al tempo in cui ero scettico.

Alcuni grandi scienziati stavano parlando degli UFO e dei viaggi interstellari, ed egli chiese ad uno di loro se, a suo avviso, il nostro mondo potesse ricevere la visita di extraterrestri. Egli rispose che, come astronomo, trovava le distanze e i tempi necessari a coprirle così enormi, da escluderne totalmente la possibilità.

U Thant lo guardò e, alzando le sopracciglia, disse: «Sa, io sono buddista, e noi crediamo che la vita esista anche su altri mondi». A questa affermazione egli disse che anche lui, come scienziato, ne era convinto, ma che la lunghezza dei viaggi mi sembrava insuperabile.

Il segretario generale U Thant tacque per un istante, poi, appoggiandosi allo schienale della poltrona, disse: «Ah, ma quelli che a lei sembrano anni, per altri potrebbero essere soltanto un paio di giorni». 

Ed è proprio così: conosciamo tanto poco dell’immenso universo, legati come siamo al nostro piccolo pianeta Terra, che in esso potrebbero esistere cose al di là d’ogni nostra immaginazione. 

Intanto, dobbiamo accontentarci di studiare non gli UFO, ma i rapporti sugli UFO.

Questi rapporti sono fatti da uomini e gli uomini sbagliano spesso riguardo alle loro rilevazioni. Perciò bisogna dare probabilmente maggior peso a quelli basati su osservazioni di più individui, poiché la precisione d’ogni testimonianza può essere così valutata in rapporto alle altre; certo, non potrei giurare sulla validità di nessuno degli sconcertanti rapporti contenuti nell’archivio del Progetto Blue Book, nemmeno di quelli che ho studiato personalmente.

I testimoni interrogati nel corso del tempo potevano mentire, potevano essere pazzi o magari vittime di un’allucinazione collettiva, ma io non lo credo. La loro condizione sociale, la mancanza di moventi che giustifichino un inganno, la loro perplessità riguardo agli eventi cui credevano di aver assistito e, spesso, la loro estrema riluttanza a parlarne, tutto tendeva a dare una realtà soggettiva alla loro esperienza UFO. 

Rimane dunque la questione: quale grado di realtà oggettiva possiamo attribuire a tale esperienza? 

Troverete in questo blog, nel corso del tempo, la sostanza di ciò che scoprireste se vi prendeste la briga di passare alcune settimane all’Archivio Nazionale degli Stati Uniti o di visionare a casa vostra oltre un migliaio di microfilm, oltre a quanto sono stato in grado di aggiungervi per la mia lunga collaborazione a molti altri progetti italiani ed esteri sul tema esoterico, paranormale ed ufologico. 

Lascio a voi giudicare man mano che conoscerete meglio Rupzo.com….

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William Rupzo è un Esoterista ed un Biohacker, esperto in arti magiche. È consulente ed editor di Rupzo.com.
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